ce n'è una nuova

25 ottobre 2005

mi hanno detto in linea che è arrivata una nuova bimba. sebbene conosca da poco i due genitori, ho visto ed apprezzato nei loro occhi il colore dell'intima attesa.
nei pochi minuti che siamo stati soli, mi hanno chiesto com'è per le notti in piedi, grande preoccupazione dei neo padri e delle neo madri. in quel "com'è?" ci ho letto tutte le altre domande ed avrei risposto con un fiume in piena di parole. ne ho lo spazio ora, a fatti compiuti. una nuova vita è, tra i fatti compiuti, il fatto più fatto di tutti: un evento che si ricorda freddamente in tutti i documenti, nei compleanni, confrontando le età. per chi è divenuto padre e madre oggi, per i due che sono talmente presi dall'accaduto da non capacitarsene, sarà il ricordo che li accompagnerà per tutta l'esistenza. anche se ne nasceranno altri, queste è la prima emozione definitiva e grandiosa che arriva e non va più via.

è per tutti una cosa diversa, sono diversi tutti tra loro, i figli; è diverso come tutti lo siamo. avrei voluto mostrare per immagini quel che ho visto quando ho visto gli occhi blù della mia prima nata aprirsi e sentito le sue prime urla stizzite attraveso il vetro spesso che ci separava. urlava alla vita e pareva che protestasse per averla distolta da dove stava. li posiamo nella pancia della mamma, il luogo più intimo e protettivo, il rifugio più sicuro e perfetto, poi escono e la chiamiamo nascita e vita, ma è l'inizio della completa rivoluzione che avviene in noi. da oggi il tuo tempo non è più tuo, diviene dedizione pura scandita da una routine, quella inflessibile dei bimbi. avviene che sono passati anni e ti accorgi improvvisamente che sono trascorsi, che i riferimenti dei tuoi ricordi non siano più ciò che sentivi allora in quel dato momento del ricordo, ma sono state le loro mosse, il loro cambiamento di forma, i primi gesti, i primi contatti, il "primo qualcosa" che commemorerai all'infinito. anche i ricordi non saranno più tuoi, saranno firmati dalla sua presenza o, quando crescerà, dalla sua assenza.

quando verrò a trovarvi, che siate voi due o uno dei due con la nuova creatura, sarò silenzioso e schivo, sembrerò impacciato e chiuso, sopra o sotto le righe. sarò invece impegnato a contenere ed arginare i miei pensieri, le parole che ora scrivo nell'indecisione di rivelarvele qui o in una lettera o mai.

da un lato potrei investirvi di retorica parlando della mia esperienza, di ciò che ha lasciato in me, alimentando la patetica figura dell'uomo vissuto. dall'altro ho un pudore assoluto per questo evento talmente vostro da essere lasciato intatto, almeno per i primi momenti nei quali la vostra consapevolezza di ciò che è cambiato è ancora ovattata.
preferirei stare da parte e vedere come l'inevitabile orda parentale sviluppa e tende i suoi fili relazionali in queste occasioni. se avessi la possibilità, guarderei vostra figlia senza avvicinarmi, osserverei qualsiasi cosa di lei per imprimerla nella memoria, così "nuova" non la vedrò mai più e penserei che è un peccato che i primi giorni della nostra vita non li ricordiamo. sarebbe utile avere questa memoria per capire di quale amore attonito siamo stati circondati appena avvenuta questa grande transizione, questo strappo che ci ha portati a separarci dalla madre, vederla "da fuori" per la prima volta. se tutti avessimo ben radicata in noi la nostra nascita e tutta la prima infanzia, forse a tale ricordo avremmo l'occasione di rallentare nelle nostre corse cieche di adulti. ma sto inevitabilmente divagando nelle pieghe retoriche.

invece è di auguri che avete bisogno e di una mano da tutti, ma una mano delicata e rispettosa, che sappia ritrarsi quando è il caso e presentarsi, puntuale ed amica, al momento giusto. un po' quello che farete con vostra figlia. siate veramente il suo sostegno incondizionato per la vita che l'aspetta e tutto andrà sempre per il meglio.

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