Karma economico

La ricchezza mi è sconosciuta. Ognuno ha il suo Karma ed il mio è rappresentato dal fatto che il denaro, anche se mi passa vicino (per vicino intendo che nemmeno fa in tempo a divenire mio) dopo molte fatiche e peripezie, poi sfugge da me molto più velocemente di come era arrivato in mia prossimità.


Nel luglio 2000 la mia azienda ha deciso di premiarmi assegnandomi un pacchetto di stock option di 700 azioni del valore di circa 109 dollari l’una.

Sorvolo sulla infinità di clausole restrittive a gabbia che non mi consentivano l’esercizio di acquisto e vendita entro termini temporali abbastanza lunghi, ma in breve e semplicemente: non potevo guadagnare qualcosa se non prima di 4 anni ed a condizione che il valore delle azioni fosse stato dopo quella data maggiore del valore della assegnazione.

Inoltre ho ricevuto un mezzo chilo di carta dove il CEO (l'Imperatore supremo) della mega azienda mi spiegava, dall’alto dei suoi milioni di azioni, ma con una certa complicità, come se fossimo da quel momento compari su una stessa barca, accomunati da montagne di biglietti verdi, quanto il programma di riconoscimento fosse esclusivo e particolare, diretto a personale la cui qualifica e considerazione in azienda fosse unanimemente riconosciuta.

Mi sono sentito per un minuto nella stretta cerchia dei privilegiati e potenzialmente ricco. Ma non illuso.

Da quel giorno di luglio 2000 le azioni della azienda hanno subito una diminuzione lenta, costante ed inesorabile, terminata solo alla soglia del 50% del valore iniziale della mia assegnazione.

In questo intorno di valore sono rimaste per gli anni del vincolo di non esercizio, anche se l’azienda andava a gonfie vele. Questo ci dà la prova, confermata degli anni, che il valore delle azioni di una azienda nulla hanno a che fare con i risultati di profitto della medesima. Lo sapevo già, per questo reputo il mercato azionario alla stregua del gioco d'azzardo. Interpretavo questo andamento come un riposo prima della rincorsa per il superamento, in qualche anno, del mio valore di assegnazione appena poco oltre la data di possibilità di esercizio, anche parziale, imposta dalle restrizioni del medesimo.

Premetto che erano tempi nei quali ci volevano 1500/1600 lire per comprare un dollaro. Se le avessi vendute a 110 dollari, guadagnando un dollaro per azione, avrei preso 700 dollari, una somma in lire tra i 10 e gli 11 milioni. Fino al 2004, con questa somma, anche considerando il rapporto Euro/Dollaro, mi sarei comprato una bella moto.

Poi è venuto l’Euro e tutto si è semplificato maggiormente: in peggio. Le mie stock option vengono a valere come la moneta corrente, più o meno. Quando erano in lire, con il cambio avrei comunque guadagnato. Ma hanno pensato bene di quotare l'Euro quasi quanto il dollaro, forse un filino di più, tanto per ammazzare le economie reali dei paesi che erano già soggetti ad una moneta debole (Italia?).

Così aspetto fino al 2008, due anni prima della scadenza dell'esercizio possibile. Ormai non faccio più affidamento su quella potenziale somma, ma ho bisogno di soldi: il mio stipendio è quello da 6 anni ed il costo della vita nello stesso periodo è salito vertiginosamente. Per non andare in rosso nel conto corrente bancario da qui a tre mesi, fatti due conti, mi accorgo che devo correre ai ripari.

Quando scopro che le famigerate azioni sono a 123, converto immediatamente e porto a casa circa 4000 Euro, tolte tasse e gabelle, che mi aiutano a superare l'anno in attivo per un soffio. Quello che doveva essere un meritato premio con il quale togliermi qualche desiderio, fare una bella vacanza, è diventato un mero salvagente temporaneo. Più passati vicino ed andati di così...

Commenti

Post più popolari