sudditi, sempre

Apprendo da una trasmissione radio della entrata in vigore di due provvedimenti che riconosco senza dubbi come liberticidi.

Il primo obbliga a pagare una tassa (un'altra, una in più tra le innumerevoli) per poter diffondere video e trasmissioni radio per profitto quando la società che li produce e diffonde attraverso il Web fattura più di 100.000 Euro all'anno.

L'altro, partendo dal recepimento di una legge comunitaria volta alla maggior liberalizzazione dell'utilizzo di Internet, ne distorce completamente l'intento ribaltandolo, quindi obbligando il suddito (che esso sia individuo o impresa) a rivolgersi alla nascente corporazione di tecnici certificati dallo Stato anche per un banale collegamento di router di casa propria, pena un'ammenda salatissima.

Il legislatore italiano di qualunque partito è sempre impegnato su questi fronti:

  • favorire la costituzione di corporazioni che controllino il libero mercato
  • limitare la libera circolazione delle idee
  • limitare la libera associazione dei sudditi (quella spontanea senza carte bollate)

Se raggiunge questi obiettivi in un'unica legge il nostro legislatore ottiene il massimo del suo risultato.

Non credo che siano pasticcioni ingnoranti come qualcuno, ingenuamente o con snobismo, li definisce, offrendo loro quindi il tacito consenso a perseverare.

Per riuscire infallibilmente a trasformare l'oro in sterco con la precisione dei nostri legislatori occorrono impegno, costanza, dedizione ed una dose singolare di grettezza. La loro prima domanda nel formulare una proposta di legge o un decreto è:
come posso rendere più sudditi i sudditi?

Allora ecco fiorire tasse, gabelle, bolli, certificazioni, burocrazia, corporazioni, divieti, regole mirate a casi personali, leggi che partono dalla considerazione che ogni uomo è fondamentalmente un troglodita da addomesticare prima che acceda al consesso civile.

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