il tema anarchico

Il compito in classe di italiano che ricorderò per sempre: «Il mio mondo ideale». Ci siamo sbizzarriti. Viene il giorno della consegna dei compiti corretti e della lettura di quelli che l'insegnante ha trovato più interessanti. Negri ha dipinto un mondo democristiano, Corvace un mondo impregnato di comunismo larvale, di protesta in erba che stava già nascendo allora.
Poi la prof. fa una pausa e se ne esce con questo discorsetto:«...ed ora vi leggerò io il tema che più mi ha affascinato; chi l'ha scritto è un sognatore, uno di voi che ha pensato con la sua testa. Quando ho finito di leggerlo ho mi sono detta che questo era un vero scritto anarchico utopista, ma non troppo, a dire il vero. C'è lo studio della storia e della evoluzione dell'uomo, c'è osservazione e ponderatezza. Non è il tema di un ragazzino: sembra che venga da un adulto.
Lo leggerò prima di dire chi l'ha scritto. Poi voglio fargli qualche domanda ed è meglio che stiate a sentire tutti bene quello che leggerò e quello che risponderà.»

Tutti pensavamo che avrebbe letto il tema di L. (il primissimo della classe già dalle elementari, già dall'utero, che da decenni ha una cattedra al MIT di Boston). Quando capii che stava leggendo proprio il mio tema volevo sprofondare, ma la prof. era stata abile non dichiarando prima l'autore.
Quando finì mi guardò dritto negli occhi e mi disse, chiamandomi inaspettatamente per nome:«Fabio, alzati». Chiese poi a tutti, in un silenzio di tomba, se c'erano delle domande che volessero farmi. Nessuno spiaccicò parola. Quindi lei cominciò una specie di interrogatorio citando i vari passaggi chiedendomi sempre insistentemente da dove provenissero questo o quel pensiero. Io ero imbarazzatissimo, all'inizio, poi, quando lei mi volle mettere in difficoltà minimizzando apposta qualche mia idea inusuale, mi resi conto che era la prima volta che difendevo qualcosa di diverso dal mio campo di gioco, diverso da qualsiasi difesa territoriale istintiva che avevo precedentemente sperimentato. Difendevo invece qualcosa che veniva da dentro a me: erano i miei pensieri, avevo delle idee differenti da tutti, insistevo dicendo che non sapevo che cosa fosse l'anarchia che aveva citato, ma che il mondo che desideravo era un sì un mondo utopistico, ma tutti dovevamo crederci almeno per usarlo come modello.

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