TIME

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Post n°4 pubblicato il 03 Novembre 2007

1 Gennaio 2006

Ho notato subito che quest’anno è iniziato con un diverso ritmo del tempo. La prima mezz’ora dell’anno nuovo pare essere durata il doppio del normale.
Io e mia figlia abbiamo attraversato in auto la città in lungo e in largo sotto la tenue nevicata. I fuochi d’artificio improvvisati nelle strade, fuori dai ritrovi, ci venivano incontro come avamposti di pattuglie sparse in una nebbia a volte rarefatta ed opalescente ed a volte densa e grigia, greve e pungente per l’odore di polvere pirica.
Avevo con me tre bottiglie mignon di spumante ed alcuni bicchieri di plastica. Lo spumante era freddissimo quando l’ho tolto frettolosamente dal bagagliaio insieme ai bicchieri per brindare, in una parvenza di festicciola improvvisata, insieme a Marta. Ho stappato in ritardo di qualche attimo non sapendo che il tappo di queste bottigliette, per semplificare ogni cosa, è un tappo girevole benché abbia la forma dei tappi tradizionali.

C’era un locale aperto e si vedeva dall’esterno la gente in piedi con i calici in mano che si agitava. Osservavo la scena muta dalle finestre che davano sulla strada come acquari mal illuminati e vedevo quel movimento di corpi, l’andare dall’uno all’altro rivolgendosi battute di cui vedevo solamente l’effetto sui lineamenti dell’interlocutore; quell’aprirsi di bocche seguito dal gonfiarsi dei colli, sintomi delle urla di vuoto giubilo al nuovo anno, alla festa, al passaggio di questa linea di demarcazione temporale appena volata su di noi su una lancetta che si è spostata catapultandoci avanti, verso la fine ancora di un impercettibile o fatale passo. Insignificante tacca sul piano del tempo che utilizziamo quotidianamente assolutamente ignari della sua profonda essenza.

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